Pista di atletica leggera
Lo scandalo della pista di atletica leggera a Fiano Romano
Qualche giorno fa è morto un ragazzo di 15 anni sulla pista di atletica leggera di Fiano Romano, e la Procura di Rieti ha aperto un'indagine per omicidio colposo. Un paio di politicanti locali che governano il Comune si sono affrettati a dire che "ci dispiace ma è normale: sta tutto in regola". Ma siamo pazzi? Non si fermano neppure di fronte ai morti! Vergogna!
Hanno un morto sulla coscienza e, come al solito, vengono a raccontarci un mucchio di balle. Vediamo nel dettaglio il motivo.
La pista di atletica di Fiano Romano è gestita in maniera scandalosa: costruita interamente con denaro pubblico, non è gestita dalla Fidal e quindi, paradossalmente, viene impedito l'accesso ai tesserati Fidal. Stiamo parlando di tanti atleti agonisti che, in possesso di regolare tesserino federale, hanno effettuato tutte le visite mediche, gareggiano in Italia e all'estero ecc. In pratica hanno l'unica colpa di non volersi iscrivere all'associazione privata del posto. Peraltro, se anche volessero, sono oggettivamente impossibilitati a farlo, perché risultano già iscritti con altre società, e l'iscrizione contemporanea a quella di Fiano sarebbe illegale.
In maniera estremamente discutibile, il Comune ha di fatto affidato la gestione della pista di atletica leggera a una società privata di atletica, costituita come associazione sportiva, alla faccia dei cittadini che hanno sborsato i soldi pubblici per far costruire l'impianto. Chi ha pagato le tasse avrebbe voluto usufruire dell'impianto, non regalarlo a un privato. È un fiume di soldi! Il problema è che quel privato non sta lì per fare beneficenza, bensì perché ci guadagna: infatti, per accedere alla struttura pubblica bisogna pagare l'iscrizione alla sua società. È come dire: "Se vuoi entrare in ospedale" — attenzione: ospedale, non clinica — "devi prima pagare il pizzo alla società di un mio amico, altrimenti non entri." Oppure, analogamente, "Se vuoi prendere in prestito un libro dalla biblioteca comunale, devi pagare l'iscrizione all'associazione del mio amico". Come se non bastasse, l'associazione privata decide arbitrariamente giorni, orari ecc. cambiandoli senza preavviso e solo sulla base delle proprie esigenze, senza rendere conto a nessuno.
Affidare in questo modo un impianto pubblico a un privato è estremamente rischioso anche perché la pista viene tenuta fuori dalla responsabilità legale della Fidal e quindi, se ci scappa il morto come si dice a Roma — cosa realmente accaduta dato che il morto c'è stato qualche giorno fa — "non è colpa di nessuno". Si rendono conto della gravità di quello che succede ormai da anni? Pare di no. Quanti altri morti nello sport dobbiamo aspettarci?
Allo stato attuale, la gestione della pista di atletica di Fiano Romano crea un gravissimo pericolo. Ma i soliti due furbacchioni del Comune hanno trovato il modo per incassare soldi, con il seguente meccanismo:
faccio costruire una pista di atletica interamente con soldi pubblici
la do in gestione a una società privata scelta da me, senza gare pubbliche d'appalto ecc.
il privato incassa, e gira in nero una parte dei soldi a me — che sono pure io un privato, anche se lavoro in Comune o se faccio il politico — così ci guadagniamo entrambi
se muore qualcuno, dico che "sta tutto a posto", tanto che mi importa?
Benvenuti nella pista di atletica leggera di Fiano Romano.
E sperate di uscirne vivi, perché qualcuno, purtroppo, non ce l'ha fatta.
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